giovedì 30 novembre 2017

Fare lo psicoterapeuta è il "fare dell'anima"...

Essere o sentirsi terapeuta "fa parte dell'ego"...."io presumo di essere"....io m'identifico..."io sono".
Nella specificità del nostro lavoro conta moltissimo quella che viene definita l'equazione personale, cioè la nostra struttura e storia di personalità che incontra quella dell'altro nel transfert. Per questo ritengo essenziale una lunga formazione ( anche corporea) sul riconoscimento di quanto si proietta di personale sul paziente che non gli appartiene. Non possiamo essere eccessivamente distaccati ma nemmeno troppo coinvolgenti. Occorre un equilibrio straordinario tra il sentire, il capire ed il comunicare: una vera e propria arte del vivere e dell'incontro. Il bravo terapeuta assomma, inoltre, dati propri di creatività di capacità intuitiva ed oserei aggiungere anche capacità artistiche che creano un mix di genialità nei grandi maestri con cui ho avuto la fortuna di conoscere e di formarmi. Infine l'esperienza di vita: un terapeuta coltivato in laboratorio è di fiato corto non può avere il guizzo , il talento che questo lavoro fatto a livelli ottimali può avere. Occorre pertanto una buona e lunga formazione fatta con guide di spessore umano e professionale nonché esperienze qualitative esistenziali. Il buon terapeuta è un viaggiatore dell'anima ed ama con curiosità la vita, il lavoro, l'amore e la conoscenza. Diceva il mio maestro Aldo Carotenuto : "la nostra professione è più vicina all'arte che alla scienza". 

mercoledì 29 novembre 2017

Innamorarsi ad occhi aperti


Spesso propongo ai miei Gruppi di Psicosomatica un tema provocatorio. Il tema di uno degli ultimi incontri è stato: "trovate dentro di voi la canzone e/o un ritornello che vi cantate dentro da una vita". Il presupposto è che spesso si cambia il partner ma non il modello mentale e fisico che ci portiamo dentro. Ripetiamo gli stessi comportamenti, la stessa ritualità, la stessa gestualità e gli stessi errori ( che non sono errori ma ridondanze) come se amassimo sempre la stessa donna, o lo stesso uomo, pur cambiandoli spesso. La struttura caratteriale, la corazza che una persona si è costruita addosso per un lungo arco di tempo nella propria vita emozionale ed affettiva, filtra la vera essenza dell'essere se stessi, la personalità più autentica e sana. Per cui difficilmente amiamo ed incontriamo la persona reale ma solo un surrogato idealizzato del nostro modello mentale. I rapporti spesso finiscono male proprio perchè l'altro diventa una nostra "invenzione proiettiva". Trasformare l'altro/a in un qualcosa che vogliamo far assomigliare non solo a noi, ma all'immagine mentale che ci portiamo dentro prima o poi sfocia nella noia, perchè l'altro vero lo perdiamo progressivamente. Ognuno si canta il proprio ritornello sempre uguale e poi si va in giro a lamentarsi che la donna giusta o l'uomo giusto è difficile da trovare. Ma se in amore incontri e proietti sempre la obsoleta immagine di te stesso, l'altro /a non avrà mai posto, nè riconoscimento nella tua vita affettiva e sentimentale ed il sesso non potrà che svolgere un ruolo di copertura al vuoto incolmabile. Il sesso ha bisogno di amore di incontro reale col partner, altrimenti parliamo di altro! abbiamo introdotto così nel gruppo l'idea di innamorarsi in modo nuovo, più adulto per incontrare la persona reale, non le nostre illusioni: "innamorarsi ad occhi aperti!" dunque.

giovedì 23 novembre 2017

Sognare un melagrano in dono a seguito del lavoro sul sogno svolto nel Gruppo Psicosomatica di Palazzo Parente- Aversa.


Il frutto del melograno è simbolo di fecondità simboleggiata da numerosi semi rossi e succosi che racchiude. La forma rimanda a quella del seno femminile. Inoltre, rammenta anche la seduzione, come nella fiaba delle tre melagrane e anche perchè Persefone fu sedotta per mezzo del seme di melograno e divenne regina degli inferi. La sognatrice in gruppo aveva affrontato il tema della paura del suo potere seduttivo di donna rispetto alle figure maschili; sul piano psicosomatico il suo corpo si presenta come una scorza dura difficile da attraversare, ma all'interno , invece, una stupenda sensibilità rigogliosa e fertile nascosta, proprio come i semi del melograno all'interno di questa corazza di superficie. A seguito dell'incontro di ieri sera la sognatrice ha prodotto in nottata un sogno in cui le veniva portato in dono una busta con dentro un melograno da una signora sua cliente e scopre sincronicamente un dono ricevuto anche dal conduttore del gruppo dalla sua compagna. Ed in questo scambio reciproco affiorano sentimenti di identità femminile interiore riconosciuta, gratitudine, meraviglia e nuova fiducia in se stessa. Come regalo stamattina, la sognatrice mi spedisce il suo sogno via mail. Ritengo che lavorare sui sogni, sulle profondità del nostro essere sia la via maestra , come diceva Freud, all'inconscio, ed aggiungo, alla consapevolezza del proprio processo d'individuazione, di crescita personale scoprendo in se le proprie risorse ed il progetto originario (non culturale) che il seme della vita ci ha destinato e scritto nel nostro patrimonio genetico. 

domenica 19 novembre 2017

Svegliamo la sensibilità corporea-energetica.


Luoghi, persone e ambienti hanno ciascuno, di base, un vero e proprio "campo d'energia". Le interazioni tra campi energetici decide della qualità di una relazione sia in rapporto con gli individui che con l'ambiente. Quante volte vi sarà capitato di contattare persone che giudichiamo positivamente con la mente mentre nell'intimo sentiamo un senso di "sgradevolezza" impercettibile che sottilmente ci attraversa? Oppure ci troviamo in luoghi esteticamente ineccepibili ma che dentro sentiamo una strana sensazione, un qualcosa che assomiglia molto a "non mi piace" stare qui. Qualcuno, magari, vi dice di aver visto un film davvero bello, ne fa una recensione asettica, molto analitica e intellettuale ma si vede a volo che quel film non lo ha preso dentro. Ci sono luoghi che alcuni gruppi prediligono per stordirsi, per non sentire la propria disperazione e solitudine interiore, si cerca di far gregge; ma basta esserci per poco in maniera disincantata e con respiro calmo per accorgersi che vi è il vuoto, il nulla: una sensazione energetica di dissipazione. Occorre, dunque, imparare ad uscire in tempo dalla tossicità, separarsi da ciò che dentro sentiamo tossico in termini di aria, energia e relazione. Cerchiamo luoghi ed emozioni sane, contatto umano e soprattutto "joie de vivre". La domanda da farsi spesso è: "questo posto come mi fa sentire", queste persone svegliano in me "condivisione", "piacere" e voglia di giocare? Soprattutto quando tornate a casa chiedetevi: "cosa mi son portato di bello, che mi fa sentire pieno d'energia, a casa questa sera"? 

mercoledì 15 novembre 2017

Le funzioni del "collo" e della "cervicale" nell'equilibrio emozionale, affettivo e relazionale


Reggere il peso della "responsabilità affettiva" dell'altro nelle relazioni è il tema del lavoro corporeo che approfondiremo nel gruppo psicosomatica : la nostra capacità di essere nel corpo con l'altro e di affidarci ad esso. Il collo da un punto di vista psicosomatico è la sede del narcisismo e dell'umiltà di una persona. Collo teso è rigido che blocca le braccia e le mani rende incapaci ad abbracciare e ad accogliere gli affetti e l'amore. L'uomo tutto d'un pezzo ( in senso letterale) non è in grado di affidarsi nè di sostenere; la donna crocerossina tutta dedita all'altro non è in grado di rilassarsi ed affidarsi all'altro perchè le mani rigide e le spalle, contratti da una cervicale che deve reggere il peso dell'aiuto che si da, non consente di farsi prendere e di abbandonarsi ad un abbraccio e ad un respiro profondo. Il collo del "self-made- man" di chi vuole farcela sempre da solo e "non deve chiedere mai", che non riesce a muovere la testa in senso circolare , in avanti ed all'indietro e metterla nelle mani di un partner, è un collo che manca di umiltà chiede un amore che a suo dire altri non meritano (pensate a quelle persone che dicono di non aver bisogno di psicologi perchè si conoscono e fanno tutto da soli). Il collo timoroso ansioso delle persone che non si lasciano andare perchè hanno paura di pesare sull'altro sulla sua esistenza, quanti ce ne sono in giro! Il collo piegato a mento basso con le spalle indurite dal peso dell'esistenza con componente depressiva che accetta tutto, remissivo e sempre pronto ad "apparare" tutto e tutti per quieto vivere. La protervia del collo di chi è sempre in guerra con altri e con se stesso sfidando il mondo, totalmente incapace all'amore ed a vivere. Il collo di chi guarda il mondo e gli altri dall'alto in basso. Il lavoro corporeo su collo e cervicale svolto a coppie, in una atmosfera ludica e piacevole, ha portato alla luce la connessione tra carattere, espressione corporea, emozionale e la capacità d'amare

  I disturbi alimentari sono problemi del "non amore" . . . Il disturbo psico alimentare non è solo semplicemente un problema del...