venerdì 19 febbraio 2016

Lo "smartphone", la scatola nera delle nostre esistenze: dal film “Perfetti Sconosciuti” di Genovese.


Lo smatphone ormai è diventato oggi la "scatola nera" del nostro vivere quotidiano. La scatola nera lo si sa, contiene verità occulte e tragedie. Eppure non possiamo piu vivere senza telefonino che da strumento tecnologico di utilità è diventato il nostro stalker quotidiano. Questa scatola nera cammina parallelamente al nostro lato oscuro , il "lato ombra" della personalità come c’insegna C. G. Jung. Come tale, dunque, contiene il nostro mondo nascosto non visibile agli altri ma che governa le nostre esistenze. Nel nostro mondo occidentale razionale, mentale perfettamente tecnologico, il lato oscuro si è insediato stabilmente e minacciosamente in questa scatola nera. L’effetto secondario perverso della tecnologia che razionalmente tende ad ampliare ,conservare ed utilizzare l’informazione, il potere dell’informazione lasciando alle spalle i bisogni elementari di umanità e di comunicazione autentica corporea emozionale degli individui. E’ bastato un giochino apparentemente divertente ma sottilmente perverso in una cena tra amici, che si conoscono e si frequentano da una vita, a scatenare l’esplosione e lo “svelamento” delle vite nascoste e parallele di ogni membro delle varie coppie per far venire fuori una dimensione che abbiamo tutti davanti agli occhi: siamo degli emeriti sconosciuti anche se ci frequentiamo da anni. In ogni coppia insiste questo lato nascosto oscuro che segna i binari dell’esistenza, viviamo vite dissociate in perfetta linea col mondo tecnologizzato moderno che così ci vuole : scissi, dissociati, da un lato per sopravvivere, dall’altro per tenerci sotto controllo. Una vita pienamente vissuta non può non passare per l’integrazione del nostro “lato ombra” .Il mondo delle apparenze ci obbliga a mostrarci coppie e famiglie felici e sorridenti come nelle pubblicità televisive , ma è la nostra realtà segreta che decide della vera felicità. Mentre il mondo politico si affanna ipocritamente a trattare il tema dell’omofobia nel film emerge con crudezza che anche nelle persone piu aperte o che si ritengono tali, prevale nel profondo della loro psiche il pregiudizio e l’ipocrisia. Che la fedeltà in coppia è solo una recita quotidiana, Che si sopravvive alla mancaza di amore e passione con pratiche ed incontri segreti e con eccitazioni occasionali telematiche per dare una botta di vita ad una relazione ormai smunta e fatto solo di routines quotidiane. Nel film “perfetti sconosciuti” il regista con grande abilità e conoscenza psicologica obbliga i personaggi allo svelamento , alla distruzione del loro mondo apparente sereno e ben organizzato, dei loro sentimenti falsificati e recitati a copertura di un mondo istintuale, sessuale ed affettivo che viaggia parallelamente e nascosto con una realtà amicale e sociale fatta di abitudini stereotipate. Una modalità esistenziale che lascia cmq una scia continua di malesseri e sintomi psicosomatici che ci avvertono costantemente che la nostra vita è dissociata, che non siamo liberi interiormente che non siano in grado di amare ed ascoltare. Anche in questo film come in quello di Tornatore “la corrispondenza” emerge l’utilizzo ormai eccessivo monopolizzante e manipolante degli strumenti tecnologici dal telefonino , alle chat, allo skype ed altro, che da grossa fonte di utilità si sono insinuati stabilmente nella nostra vita impossessandosi della nostra intimità.. Nel melodramma amoroso della “corrispondenza” il regista Tornatore propone un amore senza corpo che sopravvive alla stessa morte fisica, qualcosa di agghiacciante ma cmq una metafora dei nostri tempi: amare senza corpo o col corpo meccanizzato con sentimenti senza oggetti reali, nel nulla, nel vuoto. Insomma l’incapacità ad amare a sentirsi a riconoscere il calore ed il valore delle emozioni, dei sentimenti reali veri con persone reali e vivere il sesso con amore, con un corpo vivo e presente alla persona amata. Siamo sempre e comunque oltre e al di là della nostra vera esistenza. 

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