domenica 13 luglio 2014

Un conto è ricordare, altro è vivere nel ricordo

 Viviamo nel passato ogni qualvolta che viviamo una novità paragonandola inconsciamente a qualcosa che non c'è più trasformando la carica emozionale viva dell'esperienza del presente in qualcosa di stagnante, come un vecchio ritornello, magari passato anche di moda che continua a risuonare da anni come "voci di dentro". Va di moda, come spesso accade, che frasi di una profonda saggezza vengano immesse sul "mercato" svaluntandone la profonda carica innovativa. Penso al quì ed ora, all'ego, al respiro profondo dell'anima ed altro. Vivere nel quì ed ora viene spesso interpretato come "chi vuol esser lieto sia" o come pensiero ( ahimè) positivo. L'ego viene interpretato come qualcosa "da distruggere" (come se non facesse parte della nostra realtà anche condivisa), predicato da qualche accanito santone orientaleggiante-mistico. "Quì ed ora" non è un concetto sbandierabile a parole, ma un'esperienza profonda dell'essere, dell'essere presente a se ed al mondo; al vivere come un fiume che scorre, che fluisce incessantemente, in cui l'istante è irrilevabile ; ogni cosa che scorre, già da subito in un attimo, diventa passato. Il pensare e ragionare su qualsiasi cosa diventa immediatamente passato: si dice che la vita è quel qualcosa che ti scorre inavvertitamente davanti mentre ci stai pensando su. L' ego non va distrutto, va integrato! egregi pseudo maestri in circolazione ( alimentate nei giovani non la libertà consapevole ma quella infantile del vivere fuori da sè) . La consapevolezza nasce e si sviluppa rispetto alla propria storia, al proprio ego, con un processo di integrazione e di armonia tra le parti interne dell'individuo, tra istinto, eros, tra sentimento e ragione, tra ego-ismo e socializzazione, tra il lato luce ed il lato ombra, tra natura e cultura.

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