lunedì 24 giugno 2013

La psicoterapia corporea di Reich



La psicoterapia corporea di Reich o "vegetoterapia" ( dal sistema nervoso neurovegetativo) è una metodologia psicoterapeutica di origine psicoanalitica che propone una crescita ed un cambiamento attraverso la percezione sana e consapevole del proprio corpo, del respiro profondo e delle emozioni. Il mezzo specifico di lavoro è l’uso degli actings e l’analisi del carattere-storia della persona; gli actings rappresentano una induzione energetica su sette livelli del corpo, quindi, non sono esercizi ( gli esercizi allenano ad essere sempre forti in quello che si è, e per questo non possono mirare al cambiamento). Gli actings smuovono la storia della persona, i blocchi psicosomatici ed i conflitti profondi,che vengono vissuti nel "quì ed ora" facendo affiorare sensazioni ed emozioni incapsulate in uno spazio-tempo lontano della propria vita e rimossi dalla coscienza. In genere nel rapporto con la corporeità siamo dominati dalla cultura dell'usare il corpo, scolpire il corpo ed in questo perdiamo il senso "dell' essere il corpo", "essere con il corpo". L’Acting in vegetoterapia rappresenta la possibilità di attivare il contatto spontaneo col proprio corpo ed il proprio respiro profondo inducendo leggere "crisi psicocorporee" (neurovegetative) che tendono a riallineare l'assetto, la percezione e la coscienza del proprio corpo armonizzandosi col  sé profondo attraverso un cambiamento-percorso esistenziale. E' una psicoterapia e pertanto va maneggiata con cura, esercitata da chi è psicoterapeuta esperto e specializzato: in giro, purtroppo, ci sono pericolosi "apprendisti stregoni" che si trastullano con metodi "orientaleggianti" propinando pratiche ed esercizi senza alcun controllo né competenza creando spesso seri danni e problemi alla salute delle persone. 

sabato 22 giugno 2013

Psicosomatica del Vaginismo

Il vaginismo, quasi sempre di origine psicosomatica, consiste nella contrazione riflessa dei muscoli che circondano la vagina assumendo la colorazione di una vera e propria fobia dell'atto sessuale.
A differenza della dispareunia , la contrazione muscolare presente nel vaginismo è tale da rendere impossibile la penetrazione e quindi l'atto sessuale. Se la penetrazione, invece, rende il rapporto sessuale estremamente doloroso ci troviamo di fronte a una forma di dispareunia psicosomatica. Occorre sgombrare immediatamente il campo da un equivoco: la terapia del vaginismo non consiste in un intervento tecnico (tranne casi di cause strettamente organiche) ma richiede una seria ed approfondita psicoterapia. Nel vaginismo, la caratteristica principale è il totale evitamento dell'atto sessuale. La paura viene spesso coperta da un attaccamento idealizzato più mentale che fisico all’altro. Nell’ evitamento si riscontra spesso la paura di subire l'atto sessuale come atto imposto dall'uomo, considerato aggressivo, magari con sensazioni di disgusto e di rifiuto della sessualità.
Cosa è in discussione nel vaginismo?
-Spesso l'identità femminile: conflitti inconsci con la propria femminilità;
-Conflitti e paure nel riconoscere il proprio schema corporeo; il passaggio ad una fase adulta dello sviluppo e di dover abbandonare comportamenti e privilegi infantili ed adolescenziali;
- Dipendenza, angoscia da separazione e disturbi dell'attaccamento;
-Idealizzazione e/o svalutazione dell’oggetto d’amore;
-Traumi e violenze subite precocemente nello sviluppo psicosessuale, anche in ambito familiare;
Chi ne è affetto vive una esistenza affettiva e sessuale adolescenziale, anche il corpo esprime immaturità: la corazza psicosomatica può apparire morbida sull'esterno, facilmente accomodante, ma molto dura all'interno. Il vaginismo occasionale invece è facile da sciogliere, spesso inerisce all'incapacità dei partners ad accettarsi e ad incontrarsi. Nel vaginismo psicosomatico c'è dietro la storia di una vita, la caratteristica fondamentale consiste nella mancanza di fiducia nel genere maschile, vissuto con paura ed estrema "diffidenza". Le donne che ne soffrono sviluppano spesso, una seduttività falsificante, fanciullesca, perchè nel profondo non c'è una vero ed autentico desiderio del maschile come esperienza di completamento, ma ambivalenza, evitamento e sessualità da petting di tipo puberale. L’infedeltà nei rapporti rappresenta un tentativo, attraverso l’idealizzazione e/o l’innamoramento di affidare la soluzione del problema ad un uomo investito, presuntivamente, di doti di particolare autorevolezza (innamoramento asimmetrico), oppure all'intervento tecnico- meccanicistico, sia in ambito medico che psicologico, con l’inevitabile delusione che ne consegue.

martedì 18 giugno 2013

Il lato oscuro

L'amore probabilmente è la più profonda forma di conoscenza. 
Ci sono rapporti che ci fanno venir fuori la parte migliore di noi, ma ci sono anche rapporti in cui l'altro/a fa venir fuori il peggio di noi stessi, per cui diventiamo irriconoscibili come se dentro di noi uscisse fuori un'altra persona che prende d'improvviso la guida dei nostri umori e comportamenti e ci fa diventare irrazionali, irascibili, compulsivi e fa mancare di rispetto verso il partner: insomma, emozioni negative che rendono il rapporto abbastanza tossico. E' il cosiddetto lato "ombra" di noi stessi una parte ancestrale della nostra personalità, non tutta la personalità, che dobbiamo imparare ad integrare onde evitare confusioni e giudizi negativi su noi e gli altri. Un rapporto maturo e sano si fonda sull'accettazione ed integrazione di questi lati oscuri senza "scappare via" dal rapporto. Dal punto di vista psicosomatico il lato "ombra"possiamo collocarlo nella schiena, la parte invisibile a noi stessi per quanto ci possiamo rigirare allo specchio e nella parte bassa del colon. Spesso osservando la schiena si possono dedurre aspetti interessanti ma sconosciuti alla persona stessa. 

Il processo d'individuazione

Il "processo di individuazione" consiste in una differenziazione dell'individuo rispetto a valori esterni - che Jung definisce "valori collettivi" - appartenenti a tutti indistintamente. Tale processo ci consente di ritrovare dei valori molto più autentici, veri, nostri davvero, e soprattutto fondamentali per la vita, che Jung chiama appunto "valori individuali". Tutti noi abbiamo dei "valori individuali", ma il difficile sta proprio nell'intraprendere questo processo evolutivo di abbandono del porto sicuro dei valori collettivi per ri-scoprire i propri veri valori personali che ci identificano e ci differenziano dal "magma comune". Spesso ci capita di parlare in maniera astratta, quasi in terza persona, proponendo idee non nostre ma prese a prestito, il "si dice", i luoghi comuni, le voci anacronistiche del passato: basterebbe chiedersi per un momento ma "chi sta parlando per me dentro di me quì ora?" . Magari si può scoprire che chi parla in nostra vece è il padre, la madre o persone significative ritenute influenti nel corso della nostra vita. "Differenziarsi" è il termine chiave. Differenziarsi è scoprire il senso della propria unicità, essere se stessi, vivere gli affetti e gli amori davvero profondamente perchè diventa essere autentici, "essere davvero con l'altro senza confondersi con l'altro". 

Il corpo ed il movimento fisico

Un grave problema di questi tempi è che la gente fa molta attività fisica ma senza feeling con il corpo ed in maniera automatizzata. Molti si obbligano ad estenuanti corse sia mattutine che serali, a palestre defatiganti o a ginnastiche cosiddette alternative in cui spesso è del tutto assente il "contatto" con se stessi e con l'ambiente: è come aggiungere ai compiti di lavoro un non meno gravoso compito di tipo "salutistico". Anche la prova costume è una modalità narcisistica in cui non conta il sentire il proprio corpo ma solo "specchiarsi" con esso. In tutti questi casi l'esercizio fisico diventa monotonamente ripetitivo e meccanico ed il corpo stesso diventa una macchina. Nell'epoca del tempo veloce e dell'efficientismo anche le discipline a sfondo spirituale praticate con il corpo e la respirazione diventano una rassicurante moda che non sfiora la sensibilità vitale profonda ed energetica del corpo ma diventano buone pratiche salutiste. Non di rado si incontrano anche di buon mattino maratoneti con cufffiette alle orecchie che alla fine non sentono nè musica nè corpo, per distrarsi da se stessi. Spesso si sentono dire frasi tipiche stantardizzate : lavoro e quindi "devo ottimizzare i tempi", mi chiedo, anche in amore si fa così....ci si ama ottimizzando i tempi? "Bisogna difendersi" , da cosa chiedo...dalle tracce del tempo, dall'invecchiamento, una guerra per non accettare se stessi in età più avanzata. Per altri ancora è il mantenere la competitività fisica per essere più tenaci e combattivi: ma quando si arrendono un pò, almeno ad una carezza? E' la fiera, insomma, dell'ansia e della perdita dell'identità. Se li abbracci vanno immediatamente in apnea per paura del contatto, se provano un'emozione bloccano il respiro per controllarsi, in amore diventano possessivi ed intolleranti. Il male vero del secolo è l'incapacità ad amare. Capaci in tutto ma incapaci ad esserci con tutto se stessi, con il corpo, nell'amore e nell'affettività. 

  I disturbi alimentari sono problemi del "non amore" . . . Il disturbo psico alimentare non è solo semplicemente un problema del...