sabato 2 aprile 2011

FINES- Vernissage Demet Kiziltas- Recensione : Pino Tartaglia



I CONFINI sono tracciati per creare differenze,sono linee sottili ma con forte energia che separano ed uniscono, sono linee energetiche che tendono alla definizione di luoghi ed esseri viventi che spesso sono invisibili ma marcano l’incontro tra simbiosi e spazio di libertà , tra individualità ed appartenenza. Solo chi si affaccia sul limite ha la percezione visiva più ampia possibile. Il Confine sembra essere l’altra faccia dell’infinito!
L'opera di Demet Kiziltas , proprio sul limite, propone una visuale ampia del mondo, che spinge da un lato all’ordine dall’altra, invece, verso l’immenso delle forze in gioco nell’universo.
La produzione pittorica di Demet (da Infinito a Confini) sembra ripercorrere sin qui la costruzione di un mandala. E’noto che il mandala rappresenta il Sé, la personalità nella sua interezza, vale a dire l'idea dell’esistenza di un centro della personalità, di una sorta di punto centrale all'interno dell'anima, al quale tutto sia correlato, dal quale tutto sia ordinato e il quale sia al tempo stesso fonte d'energia. Tale energia si manifesta in una spinta inconscia a divenire “ciò che si e’.” Partendo dalla sua prima opera Infinito , poi con Riflessi, Essenza e adesso Confini l’autrice chiude un ciclo quaternario che va nella direzione di un progressiva evoluzione del suo processo di individuazione ove costantemente si illumina il confronto con il problema degli opposti nella natura umana proiettati nell’universo. In sintesi accostare la produzione dell’infinito a quella odierna dei confini configura un punto di arrivo rispetto alla armonizzazione dei due poli della grande energia che ci sovrasta e ci governa: Yin eYang; rappresenta cioè un completamento sia della ricerca interiore che della maturazione del linguaggio e dell’individuazione dello stile dell’artista. Questo percorso come tutte le strade seguite, tutti i passi intrapresi, riportano sempre ad un solo punto, il grande mistero dell’universo e dell’amore. I colori della sua pittura diventano forze irradianti, energie che agiscono su noi con effetto contemplativo indipendentemente dal fatto di esserne consapevoli o meno. La scintilla che possiamo osservare sulla linea di confine in queste raffigurazioni accende l’esperienza fecondante di tutto ciò che si incontra sul limite esistenziale: la diversità, l’evoluzione creativa, l’incontro, la trasformazione.
L’energia magmatica del confine consente l’osmosi tra mondo cosciente ed incosciente, tra i lumi del razionale ed il buio dell’anima e della creatività, tra arte e consapevolezza : la scintilla creatrice che possiamo osservare in questa opera di Demet illumina quindi la possibilità che ci da l’arte di unirci e di armonizzarci con l’universo , rendere evanescenti gli steccati che separano il microcosmo dal macrocosmo aprendo le porte ad un’esperienza di meraviglia ,di sorpresa… appunto… di confine!

1 commento:

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